L'opus vittatum (dal latino "opera a fasce") è una tecnica costruttiva romana che utilizzava filari orizzontali alternati di conci di tufo o di pietra calcarea posizionati di taglio e di piatto. Si caratterizza per la sua regolarità e per l'aspetto a "fasce" orizzontali.
Descrizione: L'opus vittatum consiste nell'alternare filari di conci rettangolari, detti vittae (fasce), disposti uno di taglio e uno di piatto. Questo metodo conferiva alle pareti un aspetto estetico ordinato e regolare. https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Conci
Materiali: I materiali più comunemente utilizzati erano il tufo e la pietra calcarea, ma potevano essere impiegati anche altri tipi di pietra. https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Tufo e https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Pietra%20calcarea
Diffusione: Questa tecnica era particolarmente diffusa in epoca romana, specialmente tra il II e il IV secolo d.C., ed era spesso utilizzata per la costruzione di muri di sostegno, fondazioni, e pareti di edifici pubblici e privati.
Vantaggi: Offriva una buona stabilità strutturale e una relativa facilità di esecuzione. Inoltre, l'utilizzo di pietre locali rendeva la costruzione economica e sostenibile.
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